Le carceri scoppiano, nessuno sembra preoccuparsene se non il solito Pannella, che sbaglia però obiettivo: un'amnistia, con questo clima, non è proprio all'ordine del giorno, né la vita in carcere può essere migliorata con piccoli aggiustamenti nelle carceri stesse, che ormai traboccano drammaticamente! Servono modifiche ad alcune leggi come propone SEL, concentrandosi sulla Bossi-Fini e sulla Fini-Giovanardi. Oltre 73.000 carcerati in prigioni che sarebbero destinate a 43.000 (poi arbitrariamente portate a 63.000 come "massima capienza sostenibile", in realtà restano costruite per 43.000) ci dovrebbero provocare moti di indignazione e voglia di lottare per chi soffre in una cella sovraffollata, sporca e in questa stagione, caldissima. Anche perché sia Pannella sia noi dovremmo ricordare alcuni tra i motivi fondamentali che provocano questo sovraffollamento disumano, e chi sono in maggioranza i carcerati. Le risposte stanno nelle due leggi summenzionate, che hanno palesemente fallito e che fanno sì che la giustizia in Italia non possa che chiamarsi giustizia di classe: la legge Bossi-Fini sull'immigrazione e la Fini-Giovanardi sulle droghe (che é uno scandalo di cui sembrano pure essersi dimenticati tutti). Perciò in carcere oggi ci sono prevalentemente migranti e tossicodipendenti, e spesso anche semplici fumatori di hashish, con tutto il carico di inutili sofferenze umane, di tante piccole tragedie che avvengono nel silenzio, portati da questa legge criminale. Questa é la mia prefazione, e il motivo per cui ho voluto postare questo articolo pubblicato sul sito di Sinistra Ecologia Libertà < http://www.sinistraecologialiberta.it > il 15 Luglio scorso, pochi giorni fa. Consiglio, sui tragici fallimenti della Fini-Giovanardi, il Secondo Libro Bianco sulla legge stessa, A cura di Antigone, CNCA, Forum Droghe e La Società della Ragione.http://www.fuoriluogo.it/sito/home/archivio/biblioteca/dossier/il-secondo-libro-bianco-sulla-legge-fini-giovanardi/librobianco2011.pdf#more
Penso che, come indicato dal documento sottostante, (e SEL si contraddistingue per essere tra le prime realtà a rimettere in discussione l'assurda legge Fini-Giovanardi) Sinistra Ecologia Libertà debba farsi protagonista di una nuova battaglia per i diritti e contro le mafie, perché i beneficiari del proibizionismo e coloro che più guadagnano e festeggiano ad ogni stretta repressiva sono le varie associazioni criminali, 'ndrangheta in testa. L'abolizione della Fini-Giovanardi, la depenalizzazione per il consumo di cannabis e la riduzione del danno per le droghe devono essere le linee-guida a cui puntare. Mi concentro sulla parte della Fini-Giovanardi perché era davvero tanto che nessuna voce autorevole si levava contro una legge criminale.
Basta con, la pur doverosa politica anti-mafia fatta solo dalle Procure: servono soprattutto leggi sulla depenalizzazione che vadano ad intaccare seriamente le capacità mafiose di guadagnare dal traffico di sostanze che di per sé varrebbero poco e nulla, ma che "grazie" alla proibizione e al mercato illegale vanno invece a valere anche cento volte più dell'oro, arricchendo la criminalità organizzata.
A tutto questo è ora di dire basta.
Paolo Gonzaga
iscritto SEL Zona 2
Emergenza carceri, SEL aderisce all’appello
venerdì 15 luglio 2011 | | 6 commenti
Aderiamo con determinazione e convinzione all’appello di Magistratura democratica, Ristretti Orizzonti, Antigone e Coordinamento nazionale dei Garanti dei detenuti perché la politica si decida a intervenire subito e con la dovuta drasticità sulla situazione della carceri italiane, ormai insopportabile per un Paese civile.Il Parlamento e il sistema politico tutto non possono continuare a guardare da un’altra parte fingendo di non accorgersi che i suicidi determinati dalle condizioni di invivibilità nelle carceri italiane hanno da lungo tempo superato i livelli di guardia. La drammaticità della situazione è ormai tale da rendere inevitabile il chiedersi se nel nostro Paese non sia stata reintrodotta di fatto una sorta di pena di morte.
Riteniamo fondamentale, al fine di rendere le carceri italiane degne di un Paese democratico, mettere subito in discussione una riforma tale da risolvere stabilmente il dramma del sovraffollamento delle carceri. Sappiamo che non può bastare la costruzione, pur necessaria, di nuove strutture e gli interventi, altrettanto urgenti, per ammodernare e ristrutturare quelle esistenti.
E’ indispensabile la depenalizzazione di molti reati minori, in particolare quelli legati all’uso personale di stupefacenti leggeri, e l’adozione obbligatoria delle misure alternative alla detenzione per le condanne sino ai due anni.
Non è più dilazionabile l’abrogazione delle leggi criminogene come la Fini-Giovanardi e la Bossi-Fini, che hanno contribuito in maniera determinante a determinare il collasso attuale. Ma non si tratta solo di cancellare: occorre allo stesso tempo varare nuove leggi, tali da capovolgere l’approccio devastante e controproducente con i quali sono stati nell’ultimo decennio affrontati sia il problema della tossicodipendenza che quello dell’immigrazione clandestina.
E’ inoltre fondamentale intervenire sulla magistratura di sorveglianza, sia per irrobustirla che per aumentarne i poteri di sorveglianza, restituendole così il ruolo fondamentale che aveva nei decenni scorsi e che oggi ha in larga misura perduto.
Concordiamo anche con tutte le altre richieste contenute nell’appello, ma ci preme particolarmente segnalare che il problema del sistema penitenziario italiano non può essere affrontato solo nei termini, pur fondamentali, delle strutture e dell’efficienza tecnica. E’ una intera cultura giuridica che deve essere ripensata restituendo valore imperativo ala norma forse più spesso trasgredita e ignorata della nostra Costituzione: quella che affida alla pena il compito non solo di punire ma anche di risocializzare i condannati.
Purtroppo è l’esatto opposto di quello che si verifica oggi nell’inferno del sistema penitenziarioe delle carceri italiane.
Il Coordinamento Nazionale di SEL
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